Le Cronache di Daya, Med-ico & Medi-tante

“La vera vocazione di ognuno è una sola, quella di conoscere sè stessi. Uno può finire poeta o
pazzo, profeta o delinquente, non è affar suo, e in fin dei conti è indifferente. Il problema è
realizzare il proprio destino, non un destino qualunque, e viverlo tutto fino in fondo dentro di sè”
– Hermann Hesse

La Vision ………


Namastè,
La nuova “visione” mi ha aperto a possibilità impensabili solo poco tempo prima
grazie ad un atto di presenza e di ascolto profondo che mi stava guidando verso
un maggiore allineamento tra ciò che si è e ciò che si sceglie di essere
quotidianamente.
Merito indubbiamente dello Yoga che, in qualità di scienza sacra trasformativa,
consente di crescere spiritualmente attraverso l’esperienza di noi stessi verso
l’autorealizzazione ovvero prendere consapevolezza profonda di ciò che si è
veramente, senza i filtri della personalità egoica. Con un corpo e una mente
disciplinati possiamo udire la voce dell’Anima; così le asana diventano uno
strumento, come diceva Swami Kriyananda: “l’espressione esteriore dei moti
interiori dell’Anima”. Introiettando il messaggio che le posture yoga recano con sè,
progressivamente ci riconnettiamo con noi stessi perché ci insegnano a spostare
la nostra attenzione dall’esterno all’interno, al centro del nostro Essere dove abita
la nostra Anima, custode di doni, talenti e possibilità. Ecco che, allora, non
abbiamo più bisogno di affannarci a cercare fuori ciò che abbiamo già dentro.
Tutto ciò che dobbiamo fare è lasciare che questo potenziale emerga affinché lo
possiamo riconoscere come facente parte di noi. Lo Yoga ha il potere di ricondurci
al nostro “stato naturale” e questa consapevolezza di Sé racchiude la forza per
affrontare ogni tipo di gioia e dolore. Swami Kryananda ha detto in proposito:
“Diventa una causa, non un effetto, di ciò che accade nella tua vita.
Vivi al centro, non alla periferia, del tuo universo personale.
Sii chi tu sei, non un’eco di ciò che gli altri desiderano o si aspettano da te”
Le Scritture dicono che lo Yoga è il dono generoso e compassionevole di Shiva
all’Umanità. Nella rinnovata “visione” del mio posto “nel mondo”, dopo il crollo
delle illusioni che sostenevano la mia aderenza ad un contesto che oramai non
risuonava più con me, un tale dono deve essere portato a conoscenza di quante più
persone possibili affinché possano, in piena libertà, decidere se farlo entrare nella
propria vita o meno. Come è successo a me.
Nel mio piccolo e anche senza troppi clamori mi sono letteralmente “messa al
servizio” di questa sacra disciplina plurimillenaria; per quanto mi era possibile
volevo dare agli altri la possibilità di conoscere uno Yoga di qualità e i suoi benefici, nel rispetto degli insegnamenti tradizionali appresi al di là delle mode del
momento. Ho pensato di proporre questa disciplina proprio nel posto dove passo la
maggior parte del tempo: l’ospedale, seppur potenzialmente ostile per motivi
culturali.
Il mio obiettivo come insegnante di Yoga in ospedale è quello di fornire alle
persone gli strumenti dello Yoga che facciano riscoprire sé stessi, le proprie
risorse e la bellezza della consapevolezza del momento presente: insomma ciò che
serve per riprendersi in mano la propria vita. Come è successo a me.
L’impegno personale, oltre l’orario di servizio e a titolo gratuito da parte mia nei
confronti dell’organizzazione, gestione e conduzione del progetto hanno
sicuramente contribuito a far sì che i corsi di Hatha Yoga per i dipendenti in
Ospedale partissero in tempi molto brevi. Da allora, grazie al riscontro positivo da
parte delle persone che li frequentano, l’offerta iniziale si è arricchita di
Laboratori esperienziali di approfondimento su temi specifici di Yoga, riconosciuti
ed accreditati ECM (Educazione Continua in Medicina) da Regione Lombardia, di
Workshop di Meditazione e di incontri divulgativi sullo Yoga aperti a tutti. Vorrei
anche avviare gruppi di lettura dei classici della filosofia Yoga, ampliare l’offerta
delle pratiche di Hatha Yoga in più giorni settimanali e in diverse fasce orarie
nonchè estenderle anche agli altri presidi aziendali per consentire al maggior
numero possibile di persone interessate di partecipare in base agli orari di lavoro.
La mia visione riesce a comprendere l’apertura di questi corsi anche all’utenza
esterna e perfino portare questo esperienza in altri Ospedali interessati e
lungimiranti come progetto-pilota e ………chissà cos’altro l’intuizione mi
suggerirà. La piena realizzazione di tutto questo richiede un impegno a tempo
pieno, cosa che al momento non è ancora in essere, ed è proprio per arrivare ad
occuparmene come intendo io che per ora si rende necessario continuare a
rimanere in ospedale, nonostante tutto, ma…….con presupposti diversi e coerenti
con finalità “più elevate”. Ci voglio provare, almeno……..
Concludo la cronaca di Maggio con questa citazione di Osho che ci ricorda che si
inizia a vivere veramente solo quando si lasciano cadere le maschere che ci fanno
diventare e sembrare quello che in realtà non siamo:

“Diventare è la malattia dello Spirito. Essere, sei tu.
E scoprire l’Essere è l’inizio della vita” – Osho


Grazie di esserci e…….. che tutto in te sia Gioia!
Om Shanti.


Ma Prem Daya

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