“L’essere umano è una malattia. Le malattie lo colpiscono, ma l’uomo in quanto tale è a sua volta una
malattia. Quello è il suo problema, ed è anche la sua unicità; quella è la sua buona sorte, ma al tempo
stesso è la sua sfortuna. Nessun altro animale sulla Terra ha un problema simile, nessuno deve
confrontarsi con una simile ansia, con quella tensione, con quel disagio, con un simile stato
patologico; cosa che invece l’essere umano deve fare” – Osho, Dalla Medicina alla Meditazione-la Meditazione che cura
Medi-cina e Medi-tazione o Medi-cina della Medi-tazione?
Namastè,
A distanza di 9 mesi dalla pubblicazione del primo episodio di queste cronache è scaturita
proprio in questi giorni la spinta a condividere col lettore che cos’è per Daya la
meditazione, come la viver e l’impatto che ha nella sua vita.
Anzitutto vorrei chiarire perché Daya è un Medi-co Medi-tante. In verità questo
attributo, per così dire, mi è stato dato da Sitara e, devo dire, sin da subito ha
profondamente risuonato dentro di me. Sì, perché ho avuto la netta sensazione che era
stato colto da fuori un aspetto sostanziale del mio vissuto di cui non ho mai parlato
apertamente perché mi sembrava che non fosse ancora il momento giusto. Ammetto che
rimasi piacevolmente stupita: proprio in quel momento mi ero resa contro di quanto gli
insegnamenti ricevuti sulla Meditazione e dalla Meditazione stessa, oltre che dallo Yoga,
avessero guidato le mie scelte facendomi cambiare, aggiustare, mantenere, lottare o
anche non agire nella mia quotidianità in risposta alle più svariate sollecitazioni “esterne”.
E tutto questo era intuibile anche fuori di me, perlomeno da chi è dotato di una certa
sensibilità; insomma, oramai costituivano una pratica di vita, un viaggio che unisce
apprendimento, quotidianità e ricerca personale che poteva ora essere condiviso con gli
altri.
Esiste un rapporto tra Medicina e Meditazione? Osho ha osservato che questi due termini
condividono la stessa radice semantica, il cui significato è “avere capacità di
comprensione”. Un’abilità che permette al medico di individuare la cura più appropriata di
una malattia e, a chi medita, di diventare “medico di sè stesso”, imparando ad osservarsi
ed ascoltarsi per riportare l’equilibrio nel proprio sistema corpo-mente-spirito laddove è
venuto meno utilizzando i mezzi che proprio la Meditazione e lo Yoga ci offrono per
tornare ad armonizzarsi con il flusso dell’esistenza.
Ippocrate, col Principio della natura medica, ha sottolineato la capacità innata del corpo di
auto-guarigione. Nel caso in cui medico e meditatore coincidano ecco che si configura la
necessità (quasi un obbligo “morale”) di sperimentare su di sè ciò che poi si andrà a
proporre agli altri per il loro percorso di cura. Nel momento in cui il medico si prende cura
di sé opera un atto di vera e propria “compassione” nel senso più profondo del termine che
è di avere un atteggiamento comprensivo ed amorevole, già di per sé curativo, verso ciò
che noi stessi abbiamo manifestato nella realtà 3D inconsapevolmente e proprio per
questo fonte di dolore nella maggior parte dei casi. Così egli si mette nelle condizioni di essere realmente di aiuto al prossimo attraverso un’amorevole consapevolezza di cosa il
paziente sta affrontando, facendogli da specchio. Poiché ha già sperimentato e forse
anche superato quel disagio (disturbo, problema, ….), riesce a vederlo da una prospettiva
più ampia riuscendo a mantenere il giusto distacco che previene l’attaccamento e la
dipendenza del paziente nei confronti del medico.
Sento sempre di più che il mio ruolo di medico nei confronti del paziente è proprio quello
di supportare la persona nel suo processo di guarigione che è operata dalla Natura stessa
(e dalla propria stessa natura). Questo processo si configura in ultima analisi come una
vera e propria autoguarigione nel momento in cui la persona si assume la piena
responsabilità della propria vita e dunque della propria salute.
Osho, ha colto ciò che accomuna la Medicina e la Meditazione sottolineando come la vera
guarigione per la persona arrivi dal “non-fare” (cioè astenersi dall’agire con sforzo per
soddisfare un’aspettativa) e dalla consapevolezza che nasce dall’osservarsi senza giudizio
che permettono di entrare al proprio interno, avviando quel processo che porta al
ridimensionamento e cambiamento di prospettiva rispetto a tutto ciò che viviamo ogni
giorno e che la mente (cioè la nostra personalità egoica, il senso dell’Io) giudica come
negativo, indesiderato, etc. perché non riconosce (accetta) di averlo essa stessa
manifestato a partire da un livello vibrazionale subconscio basso. E’ una guarigione
interiore che si manifesta anche nella guarigione fisica in caso di malattia del corpo.
Più esercito la professione di medico e più mi rendo conto di quanto tutto questo risponda
a verità proprio perché in prima persona lo sperimento continuamente comprese le ancora
frequenti “ri-cadute” nella trappola della mente
Penso che essere contro-corrente oggi significhi proprio questo: io mi assumo la piena
responsabilità (NON colpa!) della mia vita e della mia salute e quindi mi adopero per il mio
benessere globale con scelte consapevoli nella vita di tutti i giorni.
Mi sono resa conto nel tempo che la Meditazione o, meglio, l’occasione per meditare,
intesa come “volgersi all’interno”, abituarsi ad osservarsi ed ascoltarsi provando a mettere
a tacere l’auto-giudizio, divenire consapevoli di sé mentre si agisce, si parla, si pensa è
innescata dalla vita di tutti i giorni. Non è necessario sedersi a gambe incrociate, immobili
ed isolati dal resto del mondo aspettando che succeda qualcosa di “mistico” o di
illuminarsi! In questo senso è la mia Medicina, la mia cura. Il processo che mi ha portata a
capire l’importanza di assumermi la piena responsabilità della mia vita è stato lungo ed è
ancòra in fieri. Si accompagna a scelte e decisioni piccole e grandi, spesso controcorrente
e fraintesi ma più coerenti col mio sentire, sia nel privato che nel rapporto con gli altri.
Oltre ad Osho sul tema della meditazione come cura si sono espresse illustre personalità
come il Dalai Lama e studiosi di matrice culturale occidentale e tutti giungono alle
medesime conclusioni.
Concludo con questo monito rivolto al medico di Socrate, filosofo greco il cui pensiero è
incentrato sull’esame di sé e la ricerca della verità attraverso il dialogo e la ragione:
“Guai a quel medico che cura il corpo senza aver curato la mente, giacché da essa tutto discende” (Socrate)
Grazie di esserci e…….. che tutto in te sia Gioia!
Om Shanti.